Vorrei comunque che mi spiegassero i nostri governanti come siamo arrivati a raddoppiare il costo alla pompa riaprissero le stazioni di pompaggio in adriatico del gas e togliessero le accise.
Su tutto il territorio italiano sono oggi soggettati ad accisa: oli minerali e derivati, alcool e bevande alcoliche, fiammiferi, tabacchi lavorati, energia elettrica, gas metano, oli lubrificanti.
[3]
L'accisa (imposta di fabbricazione) sull'acquisto dei
carburanti è stata, in varie epoche, variata a seguito di:
- emergenze di cassa dello Stato
- volontà di limitare le importazioni e la dipendenza da fonti energetiche esterne al paese
- necessità di compensare i danni all'ambiente (green tax)
Il valore dell'accisa sul carburante è diverso a seconda dell'uso che l'acquirente intende farne: in generale maggiore per il trasporto, minore per il riscaldamento.
Per quanto riguarda il carburante per l'autotrazione, nel tempo sono stati applicati svariati incrementi della accisa per necessità economiche da coprire (emergenze, guerre, manovre fiscali, ecc.). L'anno successivo all'introduzione delle addizionali di accisa, raramente le leggi finanziarie di bilancio hanno presentato dei decrementi di pari grado per il semplice fatto che l'inflazione e il fabbisogno dello Stato è naturalmente in crescita. Questo ha fatto crescere la leggenda che gli incrementi emergenziali delle accise restino in vigore da decenni seppure venute meno le loro ragioni, cosa che seppur falsa è spesso citata come vera anche da politici autorevoli come fece Mario Monti nel 2011.
[4]
Di seguito la lista (non completa) degli aumenti straordinari delle accise in corso d'anno:
- 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l'alluvione di Firenze del 1966;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
- 99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
- 75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980;
- 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della missione ONU durante la guerra del Libano del 1982;
- 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995;
- 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
- 0,005 euro per l'acquisto di autobus ecologici nel 2005;
- 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell'Aquila del 2009;
- da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
- 0,04 euro per far fronte all'arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
- 0,0089 euro per far fronte all'alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
- 0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto "Salva Italia" nel dicembre 2011;
- 0,024 euro per far fronte ai terremoti dell'Emilia del 2012;
- 0,005 euro per il finanziamento del "Bonus gestori" e la riduzione delle tasse ai terremotati dell'Abruzzo;
- 0,0024 euro per il finanziamento di alcune spese del decreto Fare "Nuova Sabatini" (dal 1º marzo al 31 dicembre 2014).
È esistita per alcuni anni una tassa per il finanziamento della
guerra d'Etiopia del
1935-
1936; essa però è stata abolita, come riporta il quotidiano
La Stampa il 12 settembre 1936
[5][6].
Nel Testo Unico del decreto legislativo del 1995 l'accisa viene definita in modo unitario ed il gettito finanzia il bilancio statale nel suo complesso. Nella legge di stabilità del 2013 le accise sono state rese
strutturali.
Il totale di suddetti incrementi dell'accisa, stabiliti prima dal
Regno d'Italia e poi dalla Repubblica Italiana, ammonta a circa 0,41 euro (0,50 euro
IVA inclusa). Da precisare che dal
1999 un decreto legislativo permette alle varie Regioni di imporre una accisa autonoma sulla benzina.
A tutto questo si somma la cosiddetta
imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale a 0,7242 euro per litro per la benzina verde e 0,6132 euro per il gasolio IVA esclusa. Aggiunta anche questa, al 22%, si ottengono 0,8835 euro nel primo caso e 0,7481 euro nel secondo.
La scelta di differenziare le accise applicate ai carburanti (dati 2020)
[7] è un meccanismo statale di indirizzo politico-economico:
- benzina: 728,40 € per 1000 l
- gasolio: 617,40 € per 1000 l (416,00 € per 1000 l nel 2006)
- GPL: 138,72 € per 1000 l (dato indicativo, calcolato applicando una conversione di 520 kg/m3)
- gas naturale: 4,4 € per 1000 kg (dato indicativo, calcolato applicando una conversione di 0,74 kg/m3)